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I DOLCI ITALIANI PIU' FAMOSI





dolci

L’impresa storica di mappare le migliori gelaterie italiane – e i suoi risultati record – ci hanno riempito la testa di zuccheri. E non c’è giornata in cui riusciamo a placare l’impulso di categorizzare qualsiasi cibaria.
La tradizione gastronomica italiana è un viaggio infinito, lo sanno anche i sassi. E anche in termini di dolci ci si addentra in un territorio infinito. Ma a noi piacciano le sfide. Specie quelle a carattere nazionale, dove potete ammonirci di non aver preso in considerazione la pasticceria sotto casa vostra, in provincia di Isernia, aperta ben 12 giorni fa, ma inventrice di un una nuova versione del tiramisù.

pastiera Marigliano
 Pastiera Napoletana.
Dolce pasquale ormai calendarizzato tutto l’anno. Realizzato con base di pasta frolla, ricotta, frutta candita, uova, zucchero e soprattutto grano bollito nel latte. Il top l’ha raggiunto ormai Pasquale Marigliano da san Gennarella d’Ottaviano, esimio pasticcere già apprendista in terra di Francia, ora uno dei più fulgidi astri del panorama mondiale.

Torta Pistocchi
 Torta Pistocchi.
La torta al Cioccolato più amata d’Italia, dalla goduriosa consistenza difficilmente descrivibile se non tirando di mezzo il pongo (cfr. Sara Porro). Un enorme ganache di cioccolato fondente extra al 65%, creata da un abile e non propriamente sobrio artigiano cioccolatiere toscano. Disponibile anche in versione mignom, come comfort-food d’emergenza.

babà aiello
 Babbà.
Un classico assoluto, fatto con pasta sofficemente lievitata e cotta al forno e inzuppata nel rum. Come non papparselo nella muscolosa pasticceria Leone, con il ripieno di crema, oppure nel ristorante di Vittoria Aiello, al ristorante Torre del Saracino. Da replicare a casa.

cioccolato modica bonajuto
 Cioccolato di Modica.
Pare avesse ragione Sciascia: la cioccolata di queste parti è imbattibile. Sarà la temperatura carezzevole con cui Franco Ruta, figlio di Rosa Bonajuto, lavora la pasta di cacao, o magari gli aromi più o meno insoliti che ne corredano il sapore, dalla vaniglia al peperoncino, fino alla cannella e persino al sale. Lo zucchero, che resta in cristalli distinti senza miscelarsi come sciroppo, compie il resto del miracolo.

marron glaces
 Marron Glacé.
Dolce tipico del cuneese per il quale abbiamo sempre litigato con i cugini francesi per la primogenitura. Altro non è che una castagna candita con sciroppi di zucchero via via di maggiore concentrazione, stando attenti a non rompere il frutto. Vi svelo un segreto: difficile segnalare produttori di nome perchè molti pasticceri utilizzano e vendono come loro i marron glacé prodotti da terzi. Tra tutti quelli del Valdostano Morandin, canditi secondo tradizione e poi usati anche nel loro panettone.

biscotti di prato
 Cantucci Di Prato.
Più correttamente sarebbero da chiamare Biscotti di Prato perchè i Cantucci toscani sono una cosa diversa. Questi sono prodotti senza grassi aggiunti né lieviti, secondo l’antica ricetta di un forno aperto nel lontano 1858, il Biscottificio Mattei. Elegantemente incartati nella confezione blu legata da uno spago, sono perfetti da consumare da single, o accoppiati inzuppati, come vuole tradizione, nel vin santo. Se poi volete cimentarvi nell’opera, la ricetta perfetta per realizzarvi ve l’abbiamo anche regalata .

granita_assenza
 Granita siciliana.
E’ stata dura ma alla fine la migliore granita siciliana l’abbiamo trovata al caffè Sicilia di Noto, il regno di Corrado Assenza. Inimitabile quella alla mandorla, ma non negatevi lo stupore di assaggiare la verticale di granite, un trittico impareggiabile.

Cannoli di Dattilo
 Cannolo siciliano.
Quando si dice cannolo espresso. Quelli di Dattilo li riempiono al momento. E sono piacevolmente grezzi, con la ricotta non setacciata ma semplicemente pecoreccia e naturale, unita a canditi e gocce di cioccolato. La cialda, croccante ma compatta e strutturata, completa il capolavoro.

caprese sal de riso
 Torta Caprese.
Un classico della costiera Amalfitana: viene preparata con burro fresco, uova, mandorle tostate e cioccolato fondente. Non possiamo non citare il nome di uno dei figli pasticceri più famosi di questa terra, Sal De Riso. Di questa torta De Riso propone anche una versione più stuzzicante ed estiva, al limone della costiera, la cui ricetta appare nel suo libro I Dolci del Sole.
Sfogliatelle, Attanasio, Napoli
 Sfogliatella Riccia.
La poco rassicurante stazione di Napoli ha dato i natali a un posto culto per la sfogliatella. Create da mani abili, conservate in forno e riscaldate al momento dell’ordine, quelle di Attanasio dimostrano, al di là di ogni ragionevole dubbio, che non tutte le sfogliatelle sono create uguali. Il più antico dolce di Napoli, pasta sfoglia ripiena con rialzo per ricordare il cappuccio di un monaco, è stato inventato  non a caso in un convento di clausura della costiera amalfitana.

focaccai dolce claudio gatti
 Focaccia dolce.
Non è un panettone, non è un pandoro, è un terzo sesso tra i dolci natalizi, un unicum che non può mancare nella palette gustativa di ogni gastrofanatico che si rispetti. Claudio Gatti fa una pasta morbidissima e più leggera del panettone (qui siamo a 11,3% di grassi contro i 16% tradizionali), profumata di maraschino nella versione classica, senza uvetta o canditi ma con pezzettoni enormi di frutta tagliata e lavorata (pesche, albicocche, ananas e aranc
ie), ovviamente prodotta con lievito madre.

panettone iginio massari
 Panettone.
Il Panettone è il re dei dolci lievitati italiani e Iginio Massari il suo profeta. Riconosciuto nume tutelare della pasticceria italiana, fondatore dell’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani, nonché consigliere dell’associazione internazionale Relais Dessert, per lui l’arte dei lievitati non ha segreti – tanto che i suoi libri sono oggi punto di riferimento per ogni studente d’arte dolce. Il panettone di Massarri è splendidamente alveolato, morbido e dai piacevoli sentori di arancia, con tanti canditi morbidi e uvetta saporita. Numero uno!

cassata santi palazzolo
 Cassata Siciliana.
Cuore di ricotta di pecora rivestito di pasta reale, base di morbido pan di spagna con tanta frutta candita (e scorze anche di grosse dimensioni) più le gocce di cioccolato fondente. Un dolce dai sapori forti e carichi che profuma di Sicilia e che da Palazzolo si può assaggiare nella più sublime pienezza.

tiramisu beccherie
  Tiramisu.
Stabilire chi sia stato l’inventore di questo dolce è più difficile che conteggiare il numero di copertine collezionate da Carlo Cracco. Tra le versioni discordanti sposiamo quella che vuole i natali avuti in terra trevigiana, precisamente al Ristorante Beccherie di Treviso, dove ancor oggi è ovviamente uno dei pezzi pezzi forti del menu.

torroni limited editiion scaldaferro Torrone.
Scordatevi il sapore del torrone al quale siete stati abituati. Pietro Scaldaferro vi farà scoprire un dolce che grazie al suo lavoro (soprattutto nella serie limited edition) ha raggiunto nuovi traguardi gustativi, con abbinamenti e usi di ingredienti (disponibili in piccole quantità come il miele di barena della laguna di Venezia) finora mai esplorati. Dalla tradizione del torrone alla mandorla veneto al torrone posato a fiocchi incredibilmente buono.

crema spalmabile nocciola castagna +55
 Crema spalmabile.
Un dolce che è tipicamente italiano, nato dalla nostra inimitabile capacità di arrangiarci nel momenti di difficoltà. Così nacque l’antesignano della Nutella, “tagliando” nel dopoguerra il cioccolato troppo caro a favore della più economica nocciola, abbondantemente disponibile in Piemonte. Ma tra tutte le creme spalmabili gourmet per noi questa è il paradiso.

tourinot guido gobino
 Giandujotto.
I giandujotti, in  costante rotazione sul comodino della mia camera, sono dolcetti a forma di piccola barca rovesciata, inventati dai cioccolatieri torinesi per reagire al blocco europeo del cacao imposto da Napoleone. Sostituito nell’impasto dalle nocciole tostate (prima clandestinamente, poi come cioccolato alla nocciola detto “Gianduja”), a prescindere da come è fatto –a mano, modellato e colato in stampi, oppure estruso da una macchina– il Tourinot di Guido Gobino con il 30% di nocciole in 5 grammi di cioccolatino resta le migliore tra le mille tentazioni dolci della città.

gelato di pomponio neve di latte
 Gelato.
Il gelato che negli anni ’90 Ermanno Di Pomponio produceva per la sua prima gelateria, Il mio gelato naturale, è entrato nella leggenda. Non è da meno quello che oggi possiamo assaggiare nel suo nuovo negozio. Neve di latte a Roma, di fronte al MAXXI, propone gusti come il caffè Haiti Jamaica di Gianni Frasi o il Fondente Black Toscano di Amedei che nel 2013 gli ha fatto guadagnare il primo posto della nostra classifica delle 50 migliori gelaterie d’Italia.

pasticceria mignon martesana
 Piccola pasticceria.
Assaggiare la piccola pasticceria di questo tempio del dolce milanese è obbligatorio: crostatine, crumiri, mousse concentrate in bicchierini. Non per nulla il laboratorio è il regno di Davide Comaschi, enfant prodige della pasticceria italiana, fresco Campione Mondiale di Cioccolateria nientedimeno che in Francia, a Parigi.

Millefoglie Millefoglie.
Studiosi dell’arte pasticcera nelle cucine più blasonate d’Europa i fratelli De Bellis stanno convertendo Roma, un pezzo alla volta, ai loro meravigliosi croissant fritti, ai profitterole, alle mousse, ai bigné con la pasta sempre soda e asciutta, la crema freschissima e la panna montata baldanzosa. Sotto, una piccola crosticina caramellata che offre uno spunto di croccantezza. Ad arricchire la colazione favolosa anche la recente vocazione da Millefoglie bar, con il celebre dolce in versione espressa e personalizzata secondo i gusti di ognuno.

La pasta






La pasta è uno dei piatti fondamentali della dieta mediterranea ed è un prodotto alimentare di origine antichissima, che alcuni studiosi farebbero risalire alla civiltà cinese ed introdotto in Italia da Marco Polo al suo rientro a Venezia.
Oggi la pasta rappresenta sicuramente una caratteristica produzione italiana, nota ormai in tutto il mondo; tale fama è giustificata non solo dalla eccellente qualità del prodotto nazionale, frutto dell'esperienza dei nostri «maestri pastai», ma anche dalla fantasia e dalla genialità del nostro popolo, che, con amore e gusto, ha dato forma all'alimento, accostandolo ai più svariati condimenti e creando ricette apprezzate da tutti i consumatori (trenette al pesto genovese, spaghetti all'amatriciana, orecchiette alla pugliese, ecc.).
I formati di pasta presenti sul mercato sono centinaia, ma purtroppo non esiste un elenco ufficiale. Si possono comunque distinguere tre grandi categorie: Paste lunghe, Paste tagliate e Paste minute.


Classificazione delle paste alimentari
  • PASTA DI SEMOLA (O DI SEMOLATO) DI GRANO DURO
    è la comune pasta secca. In base alla normativa italiana può essere ottenuta dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasti preparati esclusivamente con semole (o semolati) di grano duro ed acqua.
    La semola è il prodotto granulare, a spigoli vivi, ottenuto dalla macinazione e successiva setacciatura del grano duro, depurato da impurità e sostanze estranee; dallo stesso processo, dopo l'estrazione delle semole, si ottiene il semolato.
    In altri Paesi è consentito l'impiego di grano tenero: anche per questo motivo la pasta italiana è da considerarsi di maggior pregio.



  • PASTE SPECIALI
    sono paste prodotte esclusivamente con semole e contenenti ulteriori ingredienti alimentari consentiti, quali verdure (spinaci,pomodoro), malto o glutine, ripieni vari (ortaggi, carni, formaggi,uova, pesce, funghi). Devono essere poste in commercio con la denominazione "pasta di semola di grano duro", seguita dalla specificazione degli ingredienti aggiunti.



  • PASTA ALL'UOVO
    sono paste prodotte esclusivamente con semole e con l'aggiunta di almeno 4 uova intere di gallina, prive di guscio, per un peso complessivo non inferiore a 200 grammi per ogni kg di semola.
    E' possibile utilizzare sia uova fresche che ovoprodotti e devono essere poste in commercio con la sola denominazione di «pasta all'uovo».



  • PASTE DIETETICHE
    preparate con le stesse materie di base delle comuni paste, ma in parte sostituite con altri prodotti alimentari e spesso arricchite convitamine e sali minerali. Sono paste a ridotto contenuto o glucidico o proteico o calorico o in sodio, destinate a particolari soggetti (diabetici, intolleranti al glutine, malati di cuore).



  • PASTE FRESCHE
    queste paste possono avere una umidità fino al 30 per cento anzichè del 12,5 per cento e per esse è consentito l'uso di farina di grano tenero e di altri ingredienti (verdure e ripieni vari, come per le paste speciali secche). La pasta fresca all'uovo deve essere prodotta esclusivamente con uova fresche.



  • PASTA INTEGRALE
    E' pasta di semola arricchita con crusca e fibra di grano per garantire un maggiore apporto in fibre alimentari. Un etto di pasta integrale contiene 6 grammi di fibra, circa il 20 per cento della dose giornaliera raccomandata dai nutrizionisti. In alcuni mercati europei ed extraeuropei questa qualità di pasta deve essere, per legge, arricchita con ferro e vitamine.





Caratteristiche merceologiche

La pasta secca di buona qualità deve avere un colore giallo ambrato, spezzarsi con un suono secco mostrando una sezione non farinosa; osservata contro luce deve presentare colore omogeneo (assenza di punti neri, di punti bianchi, di bolle d'aria, di incrinature). La pasta deve avere odore e sapore gradevoli, e non estranei (acidità, muffa, ecc.); deve "tenere" la cottura, rimanendo consistente ed elastica (se il glutine è di buona qualità produce una rete attorno all'amido che altrimenti esce dalla pasta determinandone un aspetto colloso); deve assorbire acqua, aumentando di peso e di volume fino a due o tre volte, limitando le perdite nell'acqua di cottura. 


Valori nutrizionali

Una porzione di pasta cotta (80 grammi a crudo) e non condita fornisce circa 200 calorie, 8 grammi di proteine, 0.2 grammi di grassi e 40 grammi dicarboidrati digeribili (amido).
I condimenti aggiunti integrano le carenze del piatto di pasta base:
  • l'aggiunta di condimenti (quali olio, burro, ecc.), copre la carenza dilipidi;
  • l'aggiunta di formaggio apporta gli amminoacidi essenziali ed il calciocarenti nella farina;
  • il pomodoro o le verdure della salsa apportano vitamine, specialmente se aggiunti crudi o appena sbollentati;
  • ideale è l'abbinamento con i legumi (pasta e ceci, pasta e fagioli, ecc.) in quanto questi apportano proprio gli amminoacidi essenziali e le vitamine mancanti nel frumento.
Un miglioramento intrinseco si ha nelle paste all'uovo: si innalza il valore biologico delle proteine, aumenta il contenuto di calcioferro e fosforo, si incrementano i lipidi, il contenuto di vitamina B1 e di vitamina A.
Contrariamente a quanto spesso ritenuto, la pasta cotta "al dente" , cioè consistente in superficie ed all'interno, poichè viene masticata più a lungo, risulta più facilmente digeribile. 



La pizza

pizza margherita
La pizza è un alimento relativamente recente, che ha per base un impasto di acquafarina di frumento e lievito. Per quanto la consuetudine di realizzare impasti sottili di grano macinato a forma di disco, arrostiti su pietra, si perda nella notte dei tempi, la nascita della pizza al pomodoro come la intendiamo oggi è avvenuta nella città di Napoli.
Qui già verso l'anno Mille si parla di un alimento detto picea, ma è però solo nel Settecento che compare la pizza col pomodoro. Le prime notizie circa l'esistenza di una vera e propria pizzeria risalgono al 1830: si tratta della pizzeria Port'Alba, con forno in mattoni refrattari alimentato a legna.
Le varietà di pizza erano molte e diverse: con formaggio grattugiato, basilico e strutto; con aglio, olio, origano e sale; con pesciolini ecc. La famosa pizza Margherita nacque nel 1889; quell'estate la regina Margherita di Savoia si trovava presso la reggia di Capodimonte, in visita nel Regno delle Due Sicilie. Desiderosa di assaggiare il piatto tipico della zona, convocò a corte Raffaele Esposito, il più noto pizzaiolo dell'epoca. Esposito preparò diverse pizze, fra cui una con mozzarellapomodoro e basilico, i colori della bandiera, che piacque particolarmente alla regina. Per questa ragione Esposito in seguito cominciò a vendere questa pizza battezzandola alla Margherita.
Nel 2004 è stata presentata alla Comunità Europea la richiesta di certificazione di Specialità Tradizionale Garantita STG.
Oggi la pizza ha conquistato i consumatori di tutto il mondo, anche grazie alla sua versatilità; le combinazioni di ingredienti utilizzati per preparare questa pietanza sono ormai innumerevoli.
Nel linguaggio comune ci si riferisce con il termine «pizza» alla pizza tonda condita con pomodoro e mozzarella. Molto richiesta è anche la pizza al taglio o pizza in teglia. Si tratta di un tipo di pizza che deve essere tenuta in mostra ed eventualmente riscaldata, per questo motivo necessita dell'utilizzo di impasti molto acquosi. A tal fine vengono usate farine forti e appositi procedimenti di rigenerazione che permettono di aggiungere agli impasti una maggiore percentuale di acqua, fino al 90%.
L'autentica pizza napoletana va realizzata con un impasto di farina di frumento, acqua e lievito, a cui si aggiungono pomodori San Marzano, mozzarella di bufala, olio extravergine di oliva, sale marino. La cottura va effettuata in forno refrattario alimentato a legna (preferibilmente di quercia e ulivo), a una temperatura compresa fra i 420 e i 480 °C. Appare già evidente che le pizze che consumiamo normalmente sono prodotti che rispettano poco questi parametri: per esempio, spesso viene utilizzato formaggio fuso e i pomodori sovente sono di mediocre qualità. 
La composizione nutritiva della pizza varia notevolmente a seconda degli ingredienti utilizzati e delle dimensioni; quella tradizionale dovrebbe pesare poco più di due etti appena sfornata. La pizza comunque contiene in genere una elevata quantità di sodio (ben 800 mg di sodio per 100 grammi): una pizza da 300 grammi fornisce da sola l'80% della quantità massima salutistica di sodio che possiamo permetterci nell'arco della giornata. La pizza tipica da pizzeria ben difficilmente può fare parte di una dieta dimagrante; dal momento che l'apporto di calorie varia molto, è difficile fare rientrare la pizza in un regime alimentare rigoroso, a meno di non ricorrere ai prodotti surgelati.



Tradizione,passione,amore : la cucina italiana

Salve a tutti , benvenuti nel mio blog !Vi illustrerò la cucina italiana a tutto tondo . I pasti tradizionali , le ricette e la storia di ogni piatto . Esploreremo tutto "lo stivale " per rivedere e scoprire le specialità che ogni regione ci offre .
Dobbiamo essere orgogliosi  della nostra cucina tradizionale ,  dobbiamo amarla . Perché non si può non amarla , non si può non amare  un piatto di spaghetti col sugo , non si può non amare la pizza  ,  la mozzarella o il tiramisù ; la cucina tradizionale  è stata , è e dovrà essere nostro punto di forza , ma soprattutto il nostro amarla dovrà esserlo .